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Ambiente, Sostenibilità

Può la biodinamica rigenerare il mondo?

26.02.2024

Nel dibattito sull’alimentazione si inserisce la biodinamica proponendosi come sistema rigenerativo. Potranno gli agricoltori assumere il ruolo di creatori, conservatori e curatori della vita dei campi, delle valli e pianure, delle acque e di tutti gli esseri viventi che popolano questi ambienti?

E se anziché tra provette e macchinari sofisticati, il futuro del pianeta fosse nelle mani di agricoltori che «assumono il ruolo di creatori, conservatori e curatori della vita dei campi, delle valli e pianure, delle acque e di tutti gli esseri viventi che popolano questi ambienti?». È questa la prospettiva che propone l’agricoltura biodinamica, un movimento nato quasi cento anni fa da Rudolf Steiner nel 1924, anno in cui il filosofo tiene una serie di otto conferenze intitolate “Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura” a Koberwitz, in Slesia. Un gruppo di agricoltori tedeschi aveva compreso l’impatto delle pratiche dell’agricoltura industriale e le conseguenze negative dell’utilizzo di altri composti chimici, iniziando a prendere in considerazione fattori come la sostenibilità e la fertilità della terra per la produzione di piante e alimenti sani.

«L’agricoltura biodinamica è un modo di prendersi cura della salute della Terra e di conseguenza degli esseri umani e di tutti coloro che la abitano, tenendo in considerazione quello che è il lascito dell’agricoltore nei confronti delle future generazioni» spiega Giovanni Buccheri, direttore di Demeter Italia, un’associazione privata di produttori, trasformatori e distributori di prodotti agricoli e alimentari biodinamici, affiliata alla Biodynamic Federation Demeter International (BFDI). In Italia ne fanno parte 1.000 dei 7.000 associati nel mondo, con circa 230.000 ettari in 65 paesi di tutti i continenti.

«Attraverso l‘idea di azienda agricola a ciclo chiuso, che rigenera le risorse utilizzate per le sue produzioni – prosegue Buccheri – si attiva un dialogo tra l’attività dell’agricoltore e la natura, a beneficio del primo e nel rispetto della seconda. Nel legame tra il mondo dell’uomo, rappresentato dall’agricoltore, e la natura, rappresentata dall’azienda agricola, si sviluppa un’attività capace di fare del bene a tutti i viventi».
In biodinamica, «il verbo “rigenerare” indica la ripartenza dei cicli vitali di ciò che serve alla produzione, ma anche la restituzione di vitalità a qualcosa che l’aveva perduta, in tutto o in parte. Il fatto che l’agricoltura biodinamica sia un’agricoltura rigenerativa significa che con le sue pratiche agricole e agronomiche è capace di ricostituire, aumentandole, le risorse che consuma (acqua, fertilità, biodiversità), e di riportare la vita su terreni nei quali – per qualche ragione – la vita si è allontanata. In altre parole, l’agricoltura biodinamica non solo rispetta ogni forma vivente, ma è anche capace di riportare la vita dove aveva cessato di esistere».

Secondo gli affiliati di Demeter, quindi, «i fondamenti antroposofici dell’agricoltura biodinamica consentono di mantenere in divenire l’evoluzione delle conoscenze, delle tecniche e della crescita di ogni agricoltore quale uomo, cittadino e responsabile verso la vita di questo pianeta». E comprare questi prodotti, dicono, «fa bene alle persone e al pianeta».

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