30.07.2024
Non tutto il Globo permette la produzione di energica eolica a costo zero. Il vento va inseguito nelle aree del mondo con elevate densità di potenza, bassa variabilità stagionale e limitate fluttuazioni meteorologiche. Gli studiosi hanno individuato le più adatte a questo tipo di investimenti. No all’Asia e all’Europa nord-occidentale.
La geografia è importante quando si tratta di installare un impianto eolico. Per far sì che esso produca energia con vantaggi di rilievo, anche in assenza di incentivi, occorre individuare un sito adeguato, che presenti un’elevata velocità del vento e dove esso sia costante in termini di direzione. A spaventare gli esperti sono i periodi di “siccità eolica”, in cui il vento diminuisce sensibilmente.
Uno studio, diffuso da Nature e diretto da Enrico Antonini del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, ha analizzato la distribuzione globale dei periodi prolungati di bassa velocità, in varie regioni, nel lasso di tempo che va dal 1979 al 2022, per comprendere quali aree del mondo potrebbero essere le più adatte a questo tipo di investimenti. Ne scaturisce un quadro inedito, che vede i Paesi affacciati sul mare del Nord, quelli che puntano sull’installazione di una notevole capacità eolica offshore entro il 2050, particolarmente svantaggiati. Per i ricercatori, si tratta dei Paesi con la maggiore vulnerabilità alla “siccità” del vento.
Nell’Europa nord-occidentale sono stati rilevati alti livelli di variabilità stagionale e meteorologica. Lo studio ha identificato le aree del mondo con elevate densità di potenza, bassa variabilità stagionale e limitate fluttuazioni meteorologiche, da poter incentivare alla produzione di energia eolica. La geografia eolica vede il Midwest americano, alcune parti dell’Australia, il Sahara, l’Argentina, l’Uruguay, l’Asia centrale e l’Africa meridionale come le aree del mondo in cui l’installazione delle turbine eoliche è particolarmente indicata. Altre parti dell’Asia, come Turkmenistan e Tagikistan, e la Russia orientale mostrano risultati incoraggianti nella direzione dei possibili benefici dell’inesauribile ed ecologico vento. Le “siccità eoliche” più gravi sono state riscontrate sull’Asia centrale, sull’Europa nord-occidentale, sul Mar Mediterraneo e sul Canada Settentrionale. I periodi di siccità più recenti hanno invece interessato l’India, nel 2021, e gli Stati Uniti occidentali, nel 2015. Le analisi sono state condotte per il tramite dei dati prodotti dal programma europeo di punta per l’osservazione della Terra, Copernicus, con il suo Climate Change service, grazie ai quali è stato possibile esaminare velocità del vento, pressioni atmosferiche, temperature.
Ma chi ha investito di più sull’eolico fino ad oggi? Prima del 2000 in nessun Paese il fabbisogno energetico era coperto da una quota di energia eolica superiore al 10 per centro. I Paesi dove la percentuale era più alta nel 2021, rileva lo studio, sono Danimarca (48%), Uruguay (32%), Irlanda (31%), Lituania (28%) Portogallo (28%), Spagna (23%), Regno Unito (21%) e Germania (20%). In Italia si crede nella forza generatrice del mare. Il Decreto energia, approvato da Camera e Senato nel mese di giugno, prevede di estendere a tutto il territorio nazionale la possibilità di individuare porti dove realizzare piattaforme galleggianti per lo sviluppo dell’eolico.